La Circolare Buffarini-Guidi
La circolare Buffarini-Guidi del Ministero dell'Interno viene emanata il 9 aprile 1935. In essa c'è un esplicito riferimento all'"integrità della razza" e si colloca quindi nell'insieme delle azioni intraprese dal regime fascista sulle leggi razziste, culminate poi con la legge contro gli Ebrei del 1938.
Tuttavia è probabile che all'emanazione di tale circolare abbiano contribuito anche le pressioni del mondo cattolico. Una nota della Segreteria di Stato vaticana trasmessa nel 1934 al Governo italiano diceva tra l'altro: "Particolare segnalazione meritano i pentecostali o tremolanti. Nelle loro adunanze, gli adepti sono eccitati fino al parossismo, con grande pericolo soprattutto per le donne e i bambini. Per accertarsi basterà inviare un medico psichiatra a fare, senza preavviso e cautamente, un sopralluogo nella loro sede di Via Adige 20, in Roma. (...) E' bene tenere presente che la legge italiana ammette culti diversi dalla religione cattolica, purchè non professino principi e non seguano riti contrari all'ordine pubblico e al buon costume. Quindi non si comprende come il culto pentecostale continui ad essere ammesso in Italia (...). Sua Eccellenza il Capo del Governo, nel gran discorso alla seconda assemblea quinquennale del regime del 18 marzo ultimo scorso, ha dichiarato: 'L'unità religiosa è una delle grandi forze di un popolo. Comprometterla e anche soltanto incrinarla è commettere un delitto di lesa nazione.' Questa categorica affermazione, che vuol essere un programma di condotta per tutte le autorità dello Stato, resterebbe sterile se ad un delitto così grave e così autorevolmente qualificato non corrispondessero nella legislazione misure convenienti a prevenirlo e a reprimerlo. Per tutti gli altri delitti di lesa maestà, di leso regime, di lesa nazione, la legge italiana ha proporzionati rimedi". (1)
A seguito dell'applicazione della circolare vengono chiusi i locali di culto dei pentecostali e vengono vietate e represse assemblee e manifestazioni che comprendano atti di culto. Ci furono arresti, denunce e relative condanne. Ma gli arresti, le denunce, il carcere, il confino e in alcuni casi addirittura il campo di concentramento non fermarono la testimonianza pentecostale, ma semmai fortificarono la fede dei credenti che volevano rimanere fermi nei loro principi e vedevano nelle persecuzioni dei cristiani dell'era apostolica la conferma della loro appartenenza al popolo di Dio. Durante il periodo della persecuzione in effetti la testimonianza pentecostale raggiunse 29 nuove località!
Il 10 luglio 1943 gli alleati sbarcavano in Sicilia e proprio in Sicilia si tenne un Convegno che doveva servire a riorganizzare le comunità pentecostali. Chi pensava che con la fine del fascismo e della seconda guerra mondiale le ostilità contro i pentecostali fossero finite si sbagliava. La circolare Buffarini-Guidi manteneva infatti la sua validità anche dopo la proclamazione della Repubblica.
"Una lunga serie di atti di intolleranza, concretatasi in chiusura di locali aperti al culto pubblico e privato, in scioglimenti di adunanze di culto e di preghiera, tenuta anche in private abitazioni, in denunce e violenze di ogni sorta, testimonia della situazione venutasi a creare dal 1948 in poi" (2).
Furono registrati atti di intolleranza e di persecuzione, nonchè atti di abuso di autorità in almeno ottanta diverse località nel periodo 1948-52. Emblematici rimasero il caso della delbera del 6 aprile 1950 della Giunta Municipale del Comune di Cavaso del Tomba (TV), che negava la concessione di acqua potabile per uso domestico al pastore italo-americano Enrico Marin, con la motivazione che il suddetto esercitava "nel paese il culto pentecostale, che, oltre ad essere proibito dallo Stato Italiano, urta il sentimento cattolico della stragrande maggioranza del popolo di questo Comune" o quella che vietava all'evangelico Michele Curci di Trani (BA), morto il 30 luglio 1952 nel tentativo di salvare un contadino caduto in un pozzo, di essere seppellito nel campo comune del cimitero, per applicare le disposizioni del diritto canonico cattolico sulla sepoltura degli eretici. In quest'ultimo caso ci volle addirittura un'interpellanza alla Camera dei Deputati per potere seppellire la salma al cimitero. (3)
C'è da dire però che nel dopoguerra, sebbene la circolare fosse ancora in vigore, cominciò a maturare una diversa sensibilità rispetto al problema della libertà religiosa.
Intanto la magistratura, nella stragrande maggioranza dei casi, assolve i pentecostali denunciati. Poi la stampa comincia ad interessarsi al problema e vengono pubblicati vari articoli su quotidiani, periodici e riviste. Si tratta di fatti di cronaca riportati e di articoli scritti da eminenti giuristi e storici, anche di estrazione cattolica. Tra questi ricordiamo Giorgio Spini, Piero Calamandrei, Gaetano Salvemini, Arturo Carlo Jemolo, Giorgio Peyrot, Carlo Falconi.
Il 30 novembre 1953 la Corte di Cassazione, suprema Autorità Giudiziaria della Repubblica, emana una sentenza di eccezionale importanza. Essa afferma, tra l'altro, che gli aderenti al Movimento Pentecostale non possono essere denunciati all'Autorità Giudiziaria sulla base della circolare Buffarini-Guidi perchè tale circolare non era stata pubblicizzata ai cittadini, ma era rimasta solo una direttiva interna diramata ai Prefetti. Inoltre ai sensi degli artt. 17 e 19 della Costituzione della Repubblica Italiana, gli aderenti al Movimento Pentecostale avevano il diritto di riunirsi, senza dare alcun preavviso all'Autorità, in luogo pubblico o privato, per l'esercizio del loro culto.
Si presentò allora un ricorso al Consiglio di Stato per ottenere la piena libertà religiosa e il 25 maggio 1954 si tenne l'udienza per esaminare tale ricorso. Quel giorno migliaia di credenti furono uniti in una giornata nazionale di preghiera per intercedere perchè il Signore concedesse la tanto attesa libertà di culto. L'esito fu positivo.
Tuttavia, nonostante l'accoglimento del ricorso da parte del Consiglio di Stato, non si ottenne l'immediata revoca della circolare. Bisognerà attendere la data del 16 aprile 1955 perchè il Ministero dell'Interno dichiari formalmente revocata la circolare Buffarini-Guidi.
Vale la pena leggere le considerazioni espresse dallo storico G. Peyrot: "La causa prima che determinò, in linea di fatto, la caduta delle intolleranti disposizioni contro i pentecostali va ricercata nella tenacia con cui essi stessi resistettero ad ogni atto di violenza compiuto nei loro riguardi, continuando a svolgere anche in forma associata la loro normale attività religiosa. Fu questo atteggiamento che consentì alla magistratura di riconoscere la legittimità delle loro attività religiose e la illegalità dei provvedimenti che le autorità locali prendevano contro di essi. (4)
Il 5 e 6 novembre 2015, nel 60° Anniversario della revoca della circolare Buffarini-Guidi è stato organizzato presso il Senato della Repubblica il Convegno dal titolo: "UN CAPITOLO DELL'INTOLLERANZA RELIGIOSA IN ITALIA: LA CIRCOLARE BUFFARINI-GUIDI E I PENTECOSTALI (1935-2015)". Il Convegno ha la finalità di approfondire il contesto in cui nacque la circolare e le ragioni di una persecuzione che è sopravissuta per anni anche alla caduta del fascismo e all'avvento della Costituzione (Programma Convegno pag. 1, Programma Convegno pag. 2).
Il 7 novembre si tiene a Napoli, nei locali della comunità ADI di Via Fra G. Carafa, un culto di ringraziamento a 60 anni dalla revoca della circolare.
Segue un intervento del fr. Alessandro Iovino, storico e saggista credente, in occasione di tale anniversario durante il culto di ringraziamento.
|
Copyright © 2009 - 2024. Tutti i diritti sono riservati. Non è consentita la riproduzione parziale o totale dei contenuti e della grafica presenti nel sito su mezzi cartacei o elettronici senza la previa autorizzazione dei responsabili.
Grafica basata su template by Joomla.it.
Powered by Joomla!.
Valido XHTML e CSS.