UN PRECURSORE DELLA RIFORMA
Nel 2015 ricorre il sesto centenario della morte di Jan Hus. Quando si parla di Riforma Protestante si pensa subito a Lutero, a Zwingli, a Calvino, ma prima che entrassero in scena questi uomini, Jan Hus, in Boemia, levava la sua voce contro la corruzione della chiesa cattolica romana e l'istituzione del papato.
Jan Hus, intorno al 1398, venne a conoscenza degli scritti di J. Wyclif, riformatore inglese, il quale considerava la gerarchia cattolica profondamente corrotta ed esortava tutti ad attenersi all'insegnamento delle Sacre Scritture piuttosto che ai dettami del clero, contestando la pretesa dell'infallibilità papale.
Hus, di umili origini, studia a Praga e qui viene ordinato prete nel 1400, dopo aver preso anche la laurea in filosofia. Diventa un predicatore e di lui viene detto che "le sue prediche erano frequentate dalla quasi totalità della popolazione praghese". Si schiera contro il mercato delle indulgenze e nega la pretesa infallibilità del papa e delle dottrine della chiesa cattolica non supportate dalle Sacre Scritture.
Ben presto entra in conflitto con la gerarchia cattolica e nel 1412 viene scomunicato. Per Hus la verità è la testimonianza recata da Gesù Cristo, la sua Parola, il suo messaggio: "Io sono la via, la verità, la vita" (Giov. 14:6). Altrettanto netto è il riferimento alla salvezza che si riceve per grazia da Cristo e non dagli uomini, che hanno la pretesa di rappresentarlo sulla terra. Scriveva Jan Hus nel 1412, nella sua opera Spiegazione della Confessione di fede: "Perciò, fedele cristiano, cerca la verità, ascolta la verità, apprendi la verità, ama la verità, di' la verità, attieniti alla verità, difendi la verità fino alla morte: perché la verità ti farà libero dal peccato, dal demonio, dalla morte dell'anima e in ultimo dalla morte eterna."
Nel 1414 si tenne il Concilio di Costanza, convocato per sanare le lacerazioni interne alla chiesa cattolica e nel corso di tale Concilio si discusse anche della posizione di Jan Hus. Si preparò una lista di accuse contro di lui, concernenti dichiarazioni di Hus considerate eretiche e si tenne il processo. Il 6 luglio 1415 Jan Hus fu dichiarato colpevole di eresia e condannato al rogo. Mentre ascoltava in ginocchio la lettura della sentenza, pregava con gli occhi rivolti al cielo e, come Stefano, chiedeva perdono per i suoi accusatori: "Signore Gesù Cristo, io t'imploro, perdona tutti i miei nemici per amore del tuo nome. Tu sai che essi mi hanno accusato falsamente, che hanno prodotto falsi testimoni, che hanno orchestrato falsi capi d'accusa contro di me. Perdonali, per la tua sconfinata misericordia".
La condanna al rogo fu eseguita lo stesso giorno. Quando si accese il rogo, Hus cominciò a cantare inni al Signore e quando iniziò il terzo inno, le fiamme lo raggiunsero al volto e in breve morì serenamente. Le sue ceneri furono disperse nel fiume Reno.
Per le sue idee, per l'attenzione mostrata alle Sacre Scritture, per la coerenza della sua vita alle cose da lui credute ed insegnate, Jan Hus può ben dirsi un precursore di quella Riforma che, un secolo dopo la sua morte, segnò in modo profondo la vita della chiesa in Europa e nel mondo.
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