VITA IN ABBONDANZA
Gesù disse: "Io sono venuto perchè abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Giov. 10:10).
C'è oggi una diffusa scuola di pensiero che sostiene che la religione sia dannosa per le persone e che l'idea di Dio sia un male da estirpare. Ma i risultati contano più delle parole.
Una ricerca di D. S. Wilson e M. Csikszentmihalyi ha prodotto questi risultati: "Nella media, i credenti sono più socievoli dei non credenti; si sentono meglio con se stessi; usano il loro tempo più costruttivamente e si cimentano in piani a lunga scadenza piuttosto che gratificare i loro impulsi del momento".
N. Beale e J. Polkinghorne affermano: "I cristiani, in media, hanno più figli degli atei, e vivono anche più a lungo".
L'American Journal of Public Health riporta i risultati di una serie di indagini: "Nella maggior parte degli studi il coinvolgimento religioso è correlato al benessere, alla felicità e alla soddisfazione della vita; alla speranza e all'ottimismo; a un'alta autostima; a un miglior adattamento al lutto; a una maggiore accondiscendenza sociale e una minore solitudine; a bassi tassi di depressione e a una capacità più veloce di recupero dalla depressione; a minore ansietà; a una maggiore stabilità e soddisfazione nella relazione di coppia".
E M. Parris, ateo, editorialista del Times, scrive: "Da ateo, credo fermamente che l'Africa ha bisogno di Dio: i missionari e non l'aiuto monetario sono la soluzione al più grande dei bisogni dell'Africa...In Africa il cristianesimo cambia i cuori della gente. Opera una trasformazione spirituale. La rinascita è un fatto reale. I cambiamenti sono postivi".
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