IN ALBANIA
Dal 5 al 10 Dicembre è stato organizzato l’ottavo viaggio missionario delle Assemblee di Dio in Italia a supporto e collaborazione delle chiese albanesi. Dalla Sicilia siamo partiti in quattordici: 11 fratelli, di cui 4 pastori e 3 sorelle, rappresentati le 217 comunità siciliane delle ADI. Concedetemi solo qualche riga per condividere i sentimenti del mio cuore nell’affrontare tale viaggio. Quando il Consiglio di Chiesa ha rivolto a me e ai fratelli G. Di Gangi e S. Rappa l’invito a partecipare a tale progetto, il mio cuore si è stupito, entusiasmato, intimorito, preoccupato: da un lato vi era un esperienza nuova nelle vie del Signore, potevo sentirmi utile, da un altro punto di vista vi erano le preoccupazioni per il viaggio, il luogo dove saremmo stati, la famiglia che lasciavo (anche se per pochi giorni), il nuovo lavoro che non permetteva grandi assenze. Dio è stato misericordioso! I problemi si sono trasformati in certezze, una su tutte: fare la volontà di Dio.
I giorni di attesa sono passati velocemente, e alle 14:00 del 5 Dicembre 2012 all’Aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, la comitiva si è incontrata, le facce erano allegre e pronte ad affrontare questo viaggio. Prima tappa Roma-Fiumicino per prendere la coincidenza per Tirana. Nell’attesa, lunga, il coordinatore, il fratello Palumbo ha dato dei dettagli sulla mini-missione. Gli scopi possono essere cosi suddivisi:
Alle 23:30 circa siamo in suolo albanese. Svolte le pratiche doganali, i fratelli Gezim Spahija (pastore della comunità di Durazzo e presidente delle Assemblee di Dio in Albania), e Kostandin Gode (pastore della comunità di Shkallnur) ci salutano calorosamente e ci accompagnano al luogo di alloggio di tutto il nostro viaggio, l’Istituto Biblico Albanese; struttura che dista 40 min circa dall’aeroporto, costruita nel 2006, polifunzionale per le attività degli studenti, ma che è fuori dal contesto di vita della città, visto la povertà e il degrado che la circonda. La stanchezza si fa sentire, la mattina ci aspettano chilometri da fare e visite da effettuare. Alle 00.30 andiamo a dormire ringraziando Dio per come ci ha accompagnati lungo tutto il tragitto.
Il 6 Dicembre dopo una colazione abbondante albanese-italiana, con uova, formaggio per la parte albanese e con latte e caffè per la parte italiana, siamo pronti per metterci a lavoro. Ci spostiamo a Durazzo, città sul mare , per prendere i primi pacchi da distribuire a 3 famiglie dove vivono 3 sorelle, e non tutti i familiari sono convertiti. Le famiglie vivono in campagna e la strada asfaltata diventa ben presto sterrata. Lungo il tragitto vediamo da un lato i terreni coltivati e da un lato il mare, tale vista non è sempre delle migliori, perché con l’alta marea le acque dolci si mescolano con l’acqua salata e tale combinazione non rende molto produttivo il suolo. Le prime due famiglie vivono in una ex caserma militare in disuso. Le case sono stanze, arredate con mobili di fortuna, riscaldate leggermente da piccole stufe elettriche, con un unico bagno, dove gli spazi comuni sono freddi, visto la mancanza di vetri alle finestre. Dopo una preghiera in ogni famiglia, distribuiamo i pacchi contenenti pasta, olio, zucchero, farina, tonno, biscotti, detersivo e letteratura cristiana. In particolare in queste case vi è solo una sorella che sa leggere. La seconda sosta è non molto distante. Non tutti possiamo entrare e anche qui il gruppetto che visita questa casa testimonia dell’opera di Cristo e distribuisce i viveri preparati. Le ore passano velocemente e dopo un pranzo celere alle 15:30 siamo già nel locale di culto di Shkallnur. Qui celebriamo un culto al Signore. La comunione fraterna la sentiamo sin da subito. Particolarmente toccante è stato il primo cantico innalzato in albanese e cantato anche in italiano. Riflettiamo che davanti al Signore vi possono essere tante lingue, ma Lui le comprende tutte. Due fratelli hanno la possibilità di testimoniare e il Pastore De Braco porta il messaggio della Parola. Dopo il culto, dividiamo i pacchi direttamente in chiesa cosi come consigliato dal pastore. Diamo anche testimonianza dell’amore fraterno accompagnando le numerose sorelle a casa con la macchina, la strada di ritorno è lunga. La giornata volge al termine, dopo aver mangiato qualcosa rientriamo al nostro campo base e lì ci intratteniamo con i giovani studenti dell’Istituto familiarizzando con loro. Ringraziamo Dio per il primo giorno trascorso e chiediamo il riposo necessario per il nostro corpo e nuove forze.
Il secondo giorno abbiamo l’opportunità di fare colazione con il fratello Kurt, missionario americano, direttore dell’Istituto, che ci racconta la sua testimonianza e ci sensibilizza a pregare non solo per l’Albania ma per i Balcani interi. Saliamo sui nostri mezzi di trasporto, una jeep e un pulmino. Questa volta siamo nella zona di Kamez, zona universitaria. Facciamo tappa in chiesa, ringraziamo il Signore con una preghiera e con un paio di cantici e ci dividiamo in tre gruppi per far visita a 6 famiglie bisognose. Il degrado è molto forte, i quartieri sono abbandonati a se stessi. Dio ci dà l’onore di testimoniare la grazia di Dio in due famiglie e anche in queste visite lasciamo un segno materiale. Qui, gli scarafaggi sono compagni di vita, si ci riscalda con stufe di fortuna allacciate alla corrente elettrica in qualche modo. Ci ritroviamo al punto di partenza segnati nel profondo del cuore. Facciamo tappa in un centro commerciale per il pranzo e il pastore Gezim ci consiglia di “non perdere la visione”: il contrasto tra la povertà e il benessere è netto e potrebbe farci perdere di vista lo scopo principale della nostra missione. Nel pomeriggio facciamo visita ad un’altra famiglia, anche qui entrano solo pochi fratelli. Distribuito anche questo pacco andiamo presso la comunità di Sukth dove celebriamo il culto. Nella preghiera conclusiva nuove anime si accostano affinché si possa pregare per loro. Un altro giorno è alle spalle e il sentimento comune dei partecipanti è: Dio ci sta benedicendo e proteggendo. I giorni si susseguono in modo simile, celebrando culti nelle comunità di F. Kruje, Divjake, Tirana, Durazzo, Fier e Kamez facendo chilometri e distribuendo pacchi. Domenica la comitiva si divide in quattro gruppi per condividere l’amore di Dio in altrettante chiese. Concludiamo il nostro viaggio con un ultimo culto nella missione di Fllake, dove il locale è composto da quattro mura e un tetto di canna che sta cadendo a pezzi, i fedeli sono numerosi, molti giovani e bambini, Dio non si presenta solo in templi fatti da uomini ma si presenta anche il locali modesti, umili e poveri…. Qui dopo un breve culto dividiamo 20 pacchi e preghiamo in particolare per chi ne fa richiesta. Le preghiere sono per la salute personale, per il lavoro, ma principalmente per i familiari che non credono. Vi sono parecchi giovani che tornando a casa non trovano la serenità di cui un giovane avrebbe di bisogno, ma trovano padri violenti e assenti.
L’ora della partenza è alle porte, il tempo sembra essere volato, salutiamo i nostri compagni di viaggio, il pastore Gezim e il pastore Kostandin. Sappiamo che nei nostri cuori vi sarà un legame particolare, non solo per l’esperienza vissuta, ma soprattutto per il lavoro che loro svolgono giorno dopo giorno, non fatto di parole ma di fatti concreti.
Che Dio ci aiuti ad avere una visione missionaria, un visione per l’opera sua, non legata al nostro volere, ma al suo volere. Fratelli non perdiamo la visione, non siamo stati chiamati per essere comodi nelle nostre sedie, nei nostri banchi, ma siamo stati chiamati a portare frutto e frutto in abbondanza, frutti maturi per la gloria di Dio.
Gaspare Saso
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