CON I SENZA TETTO ALLA STAZIONE CENTRALE
“Venite, voi, i benedetti del Padre mio perchè ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere;…fui nudo e mi vestiste…” (Matteo 25:35,36).
Da circa due anni, un gruppo di fratelli e sorelle ci rechiamo all’interno della Stazione Centrale di Palermo per incontrare delle persone bisognose. Una domenica al mese ci riuniamo di pomeriggio presso il vecchio locale di culto di V. L. Razza, 23 e prepariamo, oltre ad alcuni sacchi pieni di indumenti ben selezionati, anche 25/30 sacchetti con una vaschetta di pasta, un panino, una bottiglietta d’acqua ed altro e, dopo avere ringraziato il Signore, intorno alle ore 20,45 andiamo appunto nel luogo suddetto per incontrare Giovanni, Renata, Barbara, Pietro, Francesca, Giuseppa, Gaetano, ecc. e quanti altri dimorano proprio lì, in quanto non hanno altra “casa”. Capita a volte che, rendendoci conto sul posto del numero di persone presenti, i sacchetti che portiamo risultano insufficienti ed allora andiamo a comprare delle pizze familiari in qualche pizzeria vicina, per cercare di non scontentare nessuno.
Il nostro scopo non è solo quello di sfamarli per una sera, ma soprattutto quello di portare loro un sorriso, una buona parola di incoraggiamento e di forza per andare avanti, ma anche un po’ di amicizia al fine di far conoscere loro il messaggio della Parola di Dio e l’amore che Gesù ha manifestato sulla croce morendo per l’umanità. Quando ci vedono, alcuni di loro che già ci conoscono ci vengono incontro e ci salutano con simpatia. Queste persone hanno tanto bisogno di affetto, di attenzioni, di essere ascoltate e ognuno di loro ha una storia da raccontare; una infanzia non troppo felice, una adolescenza tra le più brutte ed una realtà fuori dall’ordinario. Abbiamo incontrato ad esempio una giovane coppia con un bambino piccolo; un’altra coppia che dormiva a terra perché erano stati sfrattati dalla casa che abitavano; ancora un’altra coppia che vediamo sempre che dormono anch’essi a terra, e così via. Ci sentiamo impotenti davanti a queste realtà e alle storie che ci raccontano, ma siamo lì per dire loro che se è vero che quello che possiamo fare noi per loro è ben poco, c’è un Dio al di sopra di noi che può con la Sua potenza cambiare in meglio le loro situazioni, se essi stessi si affidano completamente a Lui.
Tutti i fratelli e le sorelle presenti, insieme ai senza tetto che via via incontriamo, in un certo spazio della stazione ci mettiamo in cerchio ed iniziamo un vero e proprio culto al Signore. Qualcuno prega, qualcuno spiega in maniera molto semplice come ha conosciuto il Signore; com’era e com’è diventato ed esorta i nostri amici ad affidarsi a Gesù, l’amico fedele; qualche altro legge un passo della Parola di Dio, meditandolo per tutti. Molti di loro ascoltano, rimanendo al loro posto con stupore misto a meraviglia, perché noi “...venuti dal nulla…” ci interessiamo a loro. Alla fine, dopo la preghiera di ringraziamento, distribuiamo i sacchetti preparati prima, ma diamo loro anche dei Nuovi Testamenti, degli opuscoli e dei volantini cristiani creando anche delle opportunità per intrattenerci in maniera più riservata con qualcuno di essi in modo che due, tre fratelli preghiamo per quanti lo desiderano. Li esortiamo ad accettare Gesù come loro personale Salvatore e Signore, li invitiamo a venire nella nostra comunità, ma soprattutto li invitiamo a leggere la Parola di Dio ed anche a pregare il Signore che ha sempre una risposta per tutti e per tutto.
Il problema principale (molti sono anche giovani) è la mancanza di lavoro; molti sono stranieri e probabilmente irregolari; c’è chi ha perso la famiglia per problemi di alcool, di droga ecc. e sentirli parlare dei loro bisogni ci fa sentire piccoli piccoli. Ci rendiamo conto che è una situazione molto difficile da poter gestire; abbiamo estremamente bisogno che il Signore ci assista; ci guardi con il Suo occhio benigno; ci guidi con il Suo Santo Spirito e ci metta le parole e le esortazioni giuste che possano toccare i cuori di chi ha perso la fiducia e la speranza in Dio per una vita migliore e l’amicizia nelle persone che spesso si comportano da indifferenti ed emarginanti. Stiamo facendo delle raccolte di indumenti vari, scarpe, pantaloni, magliette, cappotti ed altro e tutte le volte che andiamo lì chiediamo loro se hanno bisogno in tal senso. A volte sono loro stessi che direttamente li richiedono, e noi, da parte nostra facciamo in modo di poter accontentare tutti. Li vediamo infatti che scelgono gli indumenti più adatti a loro tra quelli che di volta in volta portiamo con noi e solo il vedere queste scene ci mette tanta tristezza e tanta commozione.
Purtroppo abbiamo tante limitazioni; magari siamo un po’ sprovveduti, ci sentiamo spaesati, ma abbiamo nel cuore il desiderio di servire il Signore e di portare anime a Cristo. Nei mesi passati qualcuno di loro è anche venuto in chiesa di domenica mattina. In particolare c’è stato un certo Mimmo che aveva una gamba sola. Più di una volta prima dell’inizio del culto siamo andati a prenderlo alla stazione centrale; lo abbiamo portato nei locali della nostra comunità; gli abbiamodato la possibilità di lavarsi e cambiarsi con abiti puliti. Sembrava che avesse un vero interesse per il Signore, anche perché aveva manifestato il desiderio (o così pensavamo noi) di battezzarsi, ma purtroppo ha deciso volontariamente di non venire più in chiesa ed è già da un po’ di tempo che non lo incontriamo. Questo ci ha un po’ scoraggiato, ma non al punto da fermare le nostre visite alla stazione; anzi desideriamo andare avanti in quello che è il nostro desiderio.
Aurelio Palazzolo
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